Norma UNI 10637 - Partie 1

pubblicato su 12 Luglio 2016

Categoria : Costruzione

La legge e le norme che regolano la costruzione delle piscine a uso pubblico,
da quelle del condominio a quella dell'agriturismo, da quella dell'albergo alla comunale.

L’evoluzione della legge e delle norme che regolano la piscina, dalla costruzione all’utilizzo e alla sua conduzione, hanno contribuito a differenziare l’offerta dei componenti in modo da poter rendere la piscina per uso collettivo più sicura e più confortevole. Il grande consenso che i parchi acquatici stanno avendo su tutto il territorio nazionale, i centri agroturistici e le piscine installate nei centri benessere e nelle sale fitness sono un’ulteriore conferma di quanto sia necessario avere degli impianti in grado di garantire all’utenza sicurezza e comfort.

Nasce così nel 1997 la norma UNI 10637 che, con le successive revisioni e integrazioni, traccia le linee guida per la progettazione dell’impianto di filtrazione, circolazione e ricircolo delle piscine in genere.

La norma vuole proseguire lo sforzo delle provincie di Trento e Bolzano che nel 1991 stesero la prima versione dell’ atto di intesa tra Stato e Regioni che viene sospeso nel 1993.
Nel 2003 viene pubblicata la revisione dell’atto di intesa tra Stato e regioni che invita le regioni a recepire singolarmente l’atto stesso e a fare una legge regionale sulle piscine. Nel 2006 viene pubblicata la revisione della norma UNI 10637 a cui si ispirano quasi tutte le regioni che oggi hanno una legge specifica per le piscine.

Al momento, non tutte le regioni italiane hanno fatto la legge sulle piscine, ma comunque la faranno. Per questa ragione, nel caso della costruzione di un impianto per una piscina ad uso pubblico in una regione dove non esiste la legge, è consigliabile seguire la UNI 10637 .

Nella breve sintesi che troverete di seguito, andremo a evidenziare le parti che riguardano principalmente il dimensionamento degli impianti di filtrazione e di circolazione in funzione del tipo di piscina e della sua grandezza.
Per gli altri aspetti si rimanda alle prescrizioni della norma stessa.

CLASSIFICAZIONE DELLE PISCINE

Il primo punto da definire per poter iniziare il calcolo dell’impianto, è il tipo di piscina che ci viene richiesto.
Sostanzialmente, le piscine vengono divise in 4 tipi, ognuna delle quali può avere delle categorie.

  • TIPO “A” piscine aperte al pubblico o a una utenza identificabile con o senza pagamento del biglietto di ingresso.
  • CATEGORIA “A1” piscine pubbliche, come quelle comunali CATEGORIA “A2” piscine ad uso collettivo, inserite in strutture adibite principalmente ad altre attività ricettive o al servizio della collettività (alberghi, agriturismi, campeggi, palestre, scuole, caserme....)
  • CATEGORIA “A3” Piscine per il gioco acquatico TIPO ”B” Piscine condominiali, destinate all’uso esclusivo degli abitanti del condominio e dei loro ospiti, esclusi i condomini fino a 4 unità abitative.
  • TIPO “C” Piscine ad uso riabilitativo e curativo, collocate all’interno di strutture propedeutiche.
  • TIPO “D” Piscine al servizio di unità abitative monofamiliari, bifamiliari, trifamiliari e quadrifamiliari

REQUISITI DELL’ACQUA

L’acqua di approvvigionamento deve avere requisiti conformi alla legislazione vigente sull’acqua per il consumo umano per tutti i tipi di piscine (acqua potabile).
L’acqua di immissione, cioè l’acqua filtrata e trattata dall’ impianto, deve avere le caratteristiche chimico-fisiche stabilite dalla tabella 5.1.2
L’acqua di vasca, cioè l’acqua contenuta nella piscina, deve avere i requisiti conformi alla tabella A dell’accordo Statoregioni del 2003.
L’acqua della vasca di compenso non è soggetta alle precedenti prescrizioni perchè deve venire trattata dall’impianto.

PUNTI DI PRELIEVO PER I CONTROLLI SANITARI

Per le piscine di tipo A, B e C l’acqua deve essere prelevata da un apposito rubinetto posto sulla tubazione di adduzione per l’acqua di approvvigionamento, mentre per l’acqua di immissione l’acqua deve essere prelevata da un apposito rubinetto posto sulla tubazione di adduzione, a valle dei trattamenti chimici e in prossimità dell’immissione in vasca.
Per le piscina di tipo D questa prescrizione è consigliata.
La frequenza dei campionamenti è definita dal prospetto 2 al punto 5.1.7.2.1 e successivi.

IMPIANTO DI CIRCOLAZIONE

L’impianto deve essere progettato per assicurare un’efficace omogenizzazione dell’acqua di vasca.
La velocità dell’acqua deve essere <= di 1,7 m/sec. in aspirazione, tranne che per il tratto di collegamento dalla pompa al collettore, < = di 2,5 m/sec in mandata, tranne che per il tratto di collegamento della pompa al collettore.
Le tubazioni delle piscine di tipo A e B dovrebbero essere dimensionate in modo da avere perdite di carico <= di 40 mm/m per l’aspirazione e 70 mm/m per la mandata. Sono accettati brevi tratti di tubazione con perdite di carico superiori, purchè non influiscano sulla resa finale dell’impianto.
L’immissione dell’acqua in vasca può avvenire sia dalle pareti che dal fondo, purchè si garantisca l’omogeneizzazione dell’acqua stessa.

SISTEMI DI RIPRESA SUPERFICIALI

1) Bordo sfioratore

Il bordo sfioratore deve estendersi per le vasche rettangolari almeno sui lati lunghi e per le forme libere almeno per il 60% del perimetro esterno della vasca. L’intero sviluppo del bordo sfioratore deve presentare differenze di livello al massimo di 2 mm.
Il bordo sfioratore e le tubazioni dedicate devono smaltire nell’unità di tempo, senza traboccare, l’acqua di immissione, il volume massimo spostato dai bagnanti in vasca, il volume dell’onda generata dai bagnanti stessi.

2) Skimmer

L’impiego degli skimmers è consentito solamente nelle piscine di tipo A2 aventi una superficie <= 100 mq, in numero almeno di 1 skimmer ogni 20 mq, nelle piscine di tipo B con una superficie <= 150 mq, in numero almeno di 1 skimmer ogni 35 mq e in tutte le piscine di tipo D, dove si raccomanda almeno uno skimmer ogni 35 mq.
Gli skimmers devono essere posizionati con una differenza di livello massima reciproca di +/- 1,5 mm.

SISTEMI DI RIPRESA IMMERSI

I sistemi di ripresa immersi devono essere installati in modo da impedire il rischio di essere risucchiati, quindi devono essere installati in coppia a una distanza minima di 2 m su di un’unica tubazione da allacciare al collettore di aspirazione dell’impianto.

VASCA DI COMPENSO

Il volume convenzionale della vasca di compenso deve essere sufficiente a mantenere il numero massimo dei bagnanti presenti in vasca, il volume relativo all’eventuale moto ondoso generato dai bagnanti stessi, il volume generato dal controlavaggio di almeno 1 filtro, il volume necessario a mantenere la corretta aspirazione e evitare la marcia a secco.
La vasca di compenso deve essere completamente svuotabile,accessibile al personale addetto nel rispetto delle norme di sicurezza, dotata di troppo pieno e rivestita con materiale facilmente lavabile.

Il sistema di gestione dei livelli della vasca di compenso dovrebbe attivare il reintegro prima del raggiungimento del livello minimo, per evitare lo stand by delle pompe fino al raggiungimento del livello di marcia.

SISTEMA DI ALIMENTAZIONE DELL’ACQUA DI REINTEGRO E RINNOVO

Le piscine a bordo sfioratore di qualsiasi tipo e le piscine a skimmers di tipo A2 e B devono essere dotate di impianto di reintegro automatico/rinnovo e di impianto di troppopieno.
Sull’impianto di reintrgro e rinnovo delle piscine di tipo A e B deve essere installato un contatore per la verifica del volume d’acqua effettivamente immesso.

REQUISITI DEGLI IMPIANTI DI FILTRAZIONE

Gli impianti di filtrazione devono essere realizzati in modo da garantire un tempo di ricircolo minore o uguale a quello della seguente tabella:

 classificazione-delle-piscine

I tempi di ricircolo indicati sono valori massimi riferiti a esperienze con punte di frequenza di 1 bagnante ogni 3 m2 di superficie della piscina. Questi tempi dovrebbero essere ridotti nel caso di piscine a elevato carico di bagnanti come le zone idromassaggio.
Nel caso di vasche polifunzionali o con diverse profondità la portata si calcola sommando al volume di ogni area di vasca con diversa destinazione d’uso una percentuale proporzionale del volume convenzionale della vasca di compenso, applicando ad ogni volume il tempo di ricircolo come dalla tabella precedente. Il risultato sarà la somma delle portate così calcolate. Nel caso siano previsti diversi tipi di utilizzo nella stessa vasca, l’impianto va calcolato secondo l’utilizzo con il tempo di filtrazione inferiore.
Nel caso di un unico impianto a servizio di più vasche, per ciascuna dovrà essere rispettato il tempo di ricircolo previsto dalla tabella precedente.

PREFILTRI

Nel caso di piscine di tipo A, i prefiltri devono essere >= 2, installati in parallelo, ispezionabili e con cestello in grado di operare anche con il 25% di ostruzione del passaggio dell’acqua.

POMPE

Le pompe di circolazione devono garantire la portata di progetto dell’impianto tenendo in considerazione la perdita di carico del 50% generata dal filtro che necessita di controlavaggio.
Nelle piscine di tipo A e B le pompe devono essere in numero pari a quelle dei filtri e deve essere installata una pompa supplementare di riserva asservibile a ciascun filtro. Ogni pompa deve essere dotata di valvola di intercettazione in aspirazione e mandata, manometro in mandata, se necessario valvola di non ritorno in mandata.

FILTRI

I filtri sono costituiti da serbatoi la cui superficie interna deve essere adeguata all’acqua da trattare e al disinfettante utilizzato. Devono avere una targhetta in cui sono riportate: la pressione di collaudo, che deve essere >=1,5 volte la pressione massima di esercizio con il minimo di 350 kpa, la pressione di esercizio, la superficie di filtrazione, la velocità di filtrazione per le condizioni di progetto, le caratteristiche degli elementi filtranti e la perdita di carico nominale alle condizioni massime di esercizio.
Per le piscine di tipo A, deve essere previsto un numero di filtri >= 2 e i filtri installati sullo stesso impianto devono avere le stesse caratteristiche.
Per le piscine di tipo B e C si consiglia l’installazione di 2 o più filtri.

CARATTERISTICHE

In relazione alle caratteristiche e al tipo di impiego, i filtri a sabbia devono avere i seguenti requisiti:

 Filtri a sabbia per piscine:
Tipo A con 500 <=Ø <= 1.000 mm
Tipo B e C con Ø <= 1.000 mm
Tipo D
Filtri a sabbia per piscine:
tipo A, B e C con Ø > di 1.000 mm 
 Possono essere dotati di qualsiasi sistema di distribuzione interna dell’acqua che garantisca un flusso uniforme e tale da interessare la totalità delle masse filtranti. Nel caso non sia previsto un apposito sostegno (per esempio una piastra) le masse filtranti devono essere sostenute da un apposito strato di graniglia posto sul fondo del filtro e alto sino a coprire il sistema dell’acqua filtrata.  Devono essere dotati di sostegno delle masse filtranti, portante il sistema di ripresa.

Inoltre per piscine di tipo A non possono essere utilizzati filtri con un diametro inferiore a 500 mm, devono avere aperture adeguate alla manutenzione ordinaria, uno scarico di fondo e uno sfiato d’aria.

FILTRI A SABBIA MONOSTRATO

I filtri a sabbia monostrato devono avere un unico strato filtrante di sabbia con granulometria da 0,4 a 0,8 mm eventualmente supportato da uno strato di graniglia. L’altezza minima della sabbia al di sopra dello strato di graniglia o del sistema di ripresa dell’acqua deve essere come indicato nel seguente prospetto:

   Filtri con Ø <= 1.000 mm per
piscine tipo A, B o C
 Filtri con Ø <= 1.000 mm per
piscine tipo D
 Filtri con Ø >= 1.000 mm per
tutti i tipi di piscine
 Altezza minima dello strato filtrante in mm  600 400 800


La velocità di filtrazione deve invece rispettare la tabella seguente:

Tipo A Tipo B Tipo C Tipo D
<= 35 mc/h <=40 mc/h <=40 mc/h <= 50 mc/h

La pulizia dei filtri deve essere effettuata invertendo il regime di flusso e la portata deve essere tale da mettere in flottazione la massa filtrante.
L’acqua proveniente dal controlavaggio e dall’eventuale risciacquo costituisce acqua di scarico.


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